L’azienda è stata fondata nel 1899 a Lucerna, luogo in cui ha sede ancora oggi. Inizialmente, la GWF produceva contatori per il gas e operava solo nel campo della misurazione e regolazione del gas. Un campo di attività che anche oggi riveste una notevole importanza. Nel corso dei decenni, la GWF si è affermata in numerosi altri campi di attività e oggi è specializzata nel rilevamento, nella comunicazione e nell’interpretazione di dati sul consumo di energia elettrica, gas, riscaldamento e raffreddamento, acqua e acque di scarico. I clienti sono aziende di approvvigionamento, imprese industriali, enti pubblici, amministratori d’immobili e installatori.
L’azienda intrattiene partnership a lungo termine con altri produttori e con i maggiori integratori di sistemi, per i quali produce pregiati sistemi di misurazione e dati nonché componenti di sistema meccatronici ed elettronici. Sul piano internazionale l’azienda si occupa in particolare di strumenti di misurazione di qualità nel settore idrico e fognario.
Quali sono le difficoltà che dovete affrontare in questi ambiti?
L’esatta misurazione di risorse preziose riveste un’importanza sempre maggiore. Tutto ciò che riguarda l’acqua compare sempre più spesso sull’agenda politica. La nostra sfida in veste di fornitori di qualità consiste certamente nell’illustrare ai soggetti decisori temi quali il «Total Cost of Ownership» e la sicurezza di esercizio nonché sviluppare modelli di business sostenibili ed economicamente ragionevoli per tutte le parti in causa.
Quali sono i principali mercati di esportazione e le opportunità per la sua azienda e perché?
Tutti i luoghi in cui occorre gestire acqua e acque di scarico, dove sono visibili i cambiamenti climatici e dilagano megatendenze come l’urbanizzazione – quindi in pratica ovunque. In quanto PMI, dobbiamo avere un focus mirato, perciò abbiamo stabilito di lavorare sulla penetrazione dei mercati di Regno Unito, Polonia e Paesi limitrofi, America del Nord. Con i nostri partner di distribuzione copriamo però molti altri Paesi e regioni e siamo anche sempre alla ricerca di nuove partnership.
S-GE come può supportare le aziende affinché diventino più circolari nella loro attività internazionale?
In linea di principio, ci sono eccellenti programmi in materia di sostenibilità ed economia circolare, ad esempio, l’UN Global Compact. Trovo sorprendente che solo poco più di 200 aziende svizzere aderiscano a quest’importante iniziativa internazionale. A questo riguardo S-GE potrebbe certamente fungere da «matchmaker» e puntare sulla sostenibilità per favorire il successo delle esportazioni svizzere.
Quali sorprese (positive o negative) le ha riservato finora l’attività di export?
Le differenze culturali riservano di certo continue sorprese. Il trucco consiste nell’adattarsi alla situazione locale senza perdere il proprio DNA. Ciò può essere inizialmente difficile, a prescindere dall’esperienza di cui si dispone. Abbiamo maturato ottime esperienze con partner locali ben interconnessi che riescono a tradurre le nostre caratteristiche tipicamente svizzere e ci aiutano a inquadrare le usanze locali. A ciò si aggiungono naturalmente alcune lezioni provenienti da progetti rinviati: basta avere pazienza e un po’ di propensione al rischio, ma soprattutto – e questo vale probabilmente ancora di più per le PMI – partnership vissute e affidabili.
Colpisce in maniera particolare l’impatto che otteniamo con i nostri prodotti anche in Paesi lontani. Quindi i nostri sistemi di misurazione contribuiscono in modo rilevante alla gestione di sistemi idrici e fognari di molte città e aziende di tutto il mondo.
Cosa pensa della collaborazione con organizzazioni come S-GE, perché ne vale la pena?
S-GE ci aiuta a inquadrare meglio le opportunità di mercato e ci supporta attivamente nell’individuare potenziali partner. Inoltre, S-GE mette in contatto tra loro aziende svizzere, per uno scambio di esperienze utile e proficuo.
